La ventilazione umanizzata

Oggi abbiamo il piacere di proporre un contributo offerto a Triggerlab da un caro collega, Sergio Calzari, che lavora nella terapia intensiva dell’Istituto Cardiocentro del Ticino, Lugano (CH). Sergio è impegnato nell’umanizzazione delle cure in terapia intensiva e nella ricerca di strumenti in grado di combattere la Post Intensive Care Syndrome (PICS). A tal proposito si consiglia il suo sito web postintensiva.it. In questo post Sergio reinterpreta in chiave “umanizzata” la ventilazione meccanica. Buona lettura.

Fra tutte le procedure terapeutiche messe in atto in un reparto di terapia intensiva, la ventilazione meccanica è quella che meglio in questi anni ha mostrato come il connubio fra la “medicina basata sulle evidenze “e “una medicina basata sulla narrazione” sia un mix vincente che porta la persona ricoverata ad uscire non solo viva da un reparto di rianimazione, ma con una buona qualità di vita.

Controllare il respiro di una persona vuol dire prendere il controllo della persona stessa. Per noi il respirare è quasi sempre un atto involontario e non razionale. I nostri centri del respiro, salvo patologie, sono tarati sulla CO2 e dei “sensori” si accorgono se il nostro corpo ha bisogno di respirare più velocemente o più lentamente.

In un reparto di rianimazione il tutto avviene invece in modo “razionale”, nel senso che siamo noi a controllare e a decidere, in maniera consapevole, come deve essere il respiro della persona che ci è affidata.

E così, come il miglior modo di respirare per noi è quello che il nostro corpo ci suggerisce di fare, così è il corpo del paziente, con la sua narrazione, a suggerirci qual è la migliore ventilazione per lui.

Il suo corpo ci suggerisce di aumentare la percentuale dell’ETS se le curve di flusso o dell’EtCO2 mostrano air trapping; aumentiamo la pressione di supporto se le curve del flusso sono troppo sinusoidali o regoliamo il trigger inspiratorio in caso di auto ciclaggio. Ed è, quindi, anche quello che la persona “ci dice, ci narra” attraverso la clinica ed il monitoraggio che ci porta a modificare i parametri di ventilazione. Certo…questo richiede competenza, molta competenza, e attenzione. Competenze tecniche, capacità clinica, osservazione e attenzione alla persona.

Mettere il paziente al centro della cura… È questo che vuol dire umanizzazione delle cure. In rianimazione questo vuol dire anche mettere il paziente ventilato al centro della ventilazione. Vuol dire cogliere i segnali che il paziente ci manda ed una attenzione assoluta al confort e all’adattamento del paziente alla ventilazione (confort non vuol dire necessariamente sedazione!).

Ormai da molto tempo anche le case costruttrici hanno capito che esiste un’ergonomia della ventilazione e hanno creato modalità di ventilazione che si “auto adattano” alla necessità della persona.

D’altronde anche l’Evidence Based dà ragione ad una ventilazione personalizzata che guarda sempre più in là. Si è capito che la ventilazione meccanica non può limitarsi alla ricerca di un outcome del momento.

Si è capito che bisogna guardare oltre… Ed ecco allora che viene introdotto il concetto di baby lung, di ipercapnia permissiva, di limiti di driving pressure.

Non sono piu’ solo i numeri dell’emogas analisi a decidere se stiamo ventilando bene o male.

Siamo diventati consapevoli e lungimiranti: consapevoli dei danni che la ventilazione meccanica può causare e lungimiranza orientata al dopo. Attenti a cosa accadrà alla persona una volta lasciata la terapia intensiva e alla qualità di vita che lo aspetta. Qualità di vita che sicuramente dipenderà anche dal nostro modo di ventilare e dalla nostra capacità di mettere il paziente ventilato al centro della ventilazione.

Un caro saluto a tutti

Sergio Calzari

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...