Neurally Adjusted Ventilatory Assist nel neonato

Ventilare un neonato prematuro ricercando la migliore strategia di sincronizzazione rappresenta una sfida quotidiana in neonatologia. Il tempo inspiratorio particolarmente breve, i bassi volumi correnti, le elevate frequenze respiratorie e la presenza di perdite legate all’utilizzo di tubi non cuffiati e interfacce non invasive esclusivamente nasali comportano numerose difficoltà nella sincronizzazione, tanto da limitare l’utilizzo di ventilazioni sincronizzate in quest’ambito.

Il prevalente utilizzo di modalità di ventilazione non sincronizzate comporta, naturalmente, un alto tasso di eventi asincroni, con un’incidenza di asincronie paziente – ventilatore che variano, in neonatologia, dal 45% al 68% 1,2. Un alto tasso di asincronie comporta, per il neonato pretermine, un’aumentata esposizione a barotrauma, rischio di pneumotorace ma anche emorragia intraventricolare3 ed un enorme dispendio energetico determinato dall’esigenza di “combattere” il ventilatore; crescenti evidenze sottolineano come il discomfort derivante dalle procedure e dai trattamenti, e tra questi anche la ventilazione meccanica, possano impattare negativamente sugli outcome neurologici a breve e lungo termine del neonato4,5.

Neurally Adjusted Ventilatory Assist (NAVA) è un’innovativa modalità di ventilazione proporzionale che sfrutta l’attività elettrica diaframmatica per sincronizzare il supporto della macchina al respiro del paziente istante per istante. A questa peculiare caratteristica definente di NAVA, si integra la modulazione della ventilazione sulla base dei riflessi protettivi polmonari, che intervengono regolando l’attività diaframmatica sulla base del grado di stiramento polmonare, favorendo così una ventilazione personalizzata e meno lesiva per il polmone ed il diaframma. Questa modalità rappresenta una potenziale soluzione alla difficoltà di sincronizzazione nella ventilazione neonatale.  

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Nasal CPAP for neonates

Invasive mechanical ventilation induces, on the preterm neonate’s lungs, an interruption of both growth and alveolar maturation, as a direct consequence of the inflammation caused by the prolonged ventilatory support, which can increase the risk of development of bronchopulmonary dysplasia (1).

To reduce the incidence of this complication, the efficacy of noninvasive ventilation has been investigated over the past 40 years. The application of a continuous positive pressure to the airways (CPAP) is a noninvasive respiratory support technique that has been widely investigated more recently as a primary respiratory support and as a post extubation management strategy for those neonates at risk for respiratory distress syndrome (2,3)

Distinctive anatomical and physiological aspects of the neonate’s airway system

The rationale behind the efficacy of CPAP lies in some distinctive anatomical and physiological conditions of the neonate’s airway system. The neonate, as a matter of fact, is more inclined to airway obstruction and has more disadvantageous characteristics that make managing the work of breathing more difficult, such as:

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Nasal CPAP nel neonato

La ventilazione meccanica invasiva prolungata determina, sul polmone del neonato pretermine, un arresto di crescita e maturazione alveolare, conseguente all’infiammazione polmonare indotta dal supporto prolungato, a cui si correla un aumento del rischio di sviluppo di displasia broncopolmonare (1). Al fine di ridurre l’incidenza di tale complicanza, negli ultimi 40 anni si è maggiormente indagata l’efficacia della ventilazione non invasiva. L’applicazione di una pressione positiva continua nelle vie aeree (CPAP) è una tecnica di supporto non invasivo che è stata in tempi più recenti testata sia per il supporto respiratorio primario sia nella gestione post estubazione del neonato con sindrome da distress respiratorio (2,3).

Aspetti peculiari del neonato

Alla base della particolare efficacia della CPAP si pongono alcune condizioni anatomiche e fisiologiche peculiari del neonato. Il neonato presenta, infatti, una maggiore predisposizione all’ostruzione delle vie aree e “svantaggi” fisiologici nel gestire il lavoro respiratorio:

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